Affitto in nero

Affitto in nero

 

Il problema dell’affitto in nero, cioè non dichiarato al fisco, attanaglia decine di migliaia di cittadini italiani ma spesso è l’unico modo per riuscire ad avere una casa dove vivere.

Gli affittuari si vedono costretti ad accettare un canone leggermente più basso dal proprietario di un appartamento, ma senza poter regolarmente registrare il contratto quindi di conseguenza senza nessuna tutela giuridica e garanzia temporale.

Spesso nel passato gli affittuari hanno adottato delle tecniche per difendersi da proprietari di casa troppo aggressivi.

Alcune volte sono riusciti a trovare dei varchi all’interno del codice civile dove infilare le proprie ragioni come un cuneo, e riuscire a regolarizzare la propria posizione.

Ora è venuta meno una delle strategie che veniva usata in caso di sfratto oppure per ottenere una cospicua riduzione del fitto mensile: la possibilità di denunciare il “padrone di casa” per l’affitto in nero andando a registrare di persona il contratto e chiedendo di conseguenza una riduzione.

Questo tipo di denuncia poteva essere verbalizzata sia a cura degli agenti del Fisco che della Guardia di Finanza in tutte quelle situazioni nelle quali il contratto d’affitto non era stato registrato entro il termine previsto dalla legge (di solito, trenta giorni dalla sua sottoscrizione).

E lo stesso accadeva quando l’accordo era stato registrato indicando un importo inferiore a quello reale e quando, al posto di un contratto di affitto che prevede un pagamento, era stato registrato un mendace contratto di comodato gratuito.

Con questa mossa l’inquilino che subiva l’affitto in nero riusciva a raggiungere due scopi contemporaneamente: innanzitutto evitare di essere sfrattato nel caso di morosità, cioè per non aver pagato le mensilità del canone e poi (come fosse una pena inflitta al padrone dell’immobile) spesso riusciva a ottenere una sensibile diminuzione del canone.

Questa tecnica era diventata il terrore di parecchi padroni di casa, che si sentivano minacciati anche se il loro contratto di affitto era regolarmente denunciato alla agenzia delle entrate.

Spesso gli affittuari più pignoli si mettevano alla ricerca di irregolarità inesistenti per minacciare controlli fiscali.

Benché la disciplina che impedisce questo tipo di comportamento si presenti come un ribaltamento sul piano del sistema civilistico secondo la Corte Costituzionale il Governo aveva adottato questa norma pur non essendo stato delegato appositamente dal Parlamento e, pertanto, la disposizione è stata cancellata come anticostituzionale.

Oltretutto si inseriva nella questione dell’affitto in nero, anche un altro aspetto giuridico non indifferente: una norma di carattere strettamente fiscale (quella relativa alla mancata registrazione del contratto) finiva per invadere il campo del diritto civile (andando a prevedere la nullità del medesimo).

Per quanto riguarda i contratti in essere che avevano subito questo tipo di “trasformazione”, essi sono stati dichiarati nulli automaticamente e devono essere nuovamente registrati alla agenzia delle entrate.

CategorySentenze

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