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pagare alimenti

 

È possibile smettere di pagare alimenti al coniuge se il medesimo ha una relazione stabile, a patto che conviva con l’altra persona e formi con lei una nuova famiglia di fatto.

Nonostante in Italia non esista una legislazione in merito alle famiglie di fatto di qualsiasi orientamento sessuale e la nostra legislazione sia in vistoso ritardo rispetto ad altri paesi europei, la Corte Suprema ha decretato che nel caso in cui l’ex coniuge allacci una nuova relazione con un nuovo compagno o compagna, vede interrompersi il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento.

Questa sentenza è storica, perché in questa maniera la Cassazione eleva la “famiglia di fatto” al matrimonio civile.

La notizia è un punto a favore per chi ha l’obbligo di pagare alimenti, molto meno contento sarà l’ex coniuge che vedrà venire meno il sostentamento nel caso in cui abbia deciso di cominciare una nuova avventura esistenziale.

Il caso che ha scaturito la sentenza è nato dall’accoglimento del ricorso di un marito pugliese separato.

Più precisamente annulla il verdetto di una corte emesso nel 2011 prefigurando una vera e propria rivoluzione.

Come quei mattoncini che cadono uno dietro l’altro, l’effetto a catena causato da questa sentenza è devastante e non si limita alla possibilità di smettere di pagare alimenti e quindi risparmiare.

La reversibilità in caso di morte, gli alimenti e ogni altro tipo di diritto che fino ad oggi è stato strettamente pertinenza delle coppie unite nella forma giuridica del matrimonio vengono tutti investiti da questa decisione.

In realtà la Suprema Corte aveva già deliberato in merito stabilendo il principio che “il subentrare di una famiglia di fatto faceva cadere la necessità economica del mantenimento da parte dell’ex coniuge”.

La differenza in questa nuova sentenza è l’aver rimarcato che rimane fondamentale la stabilità del rapporto, il fatto che sia continuativo e dia vita a un nuovo nucleo.

Questo è il fattore determinante che fa cessare l’obbligo di pagare alimenti.

Con questo nuovo pronunciamento si attribuisce alla famiglia di fatto il valore della continuità quando la convivenza è “portatrice di valori di stretta solidarietà, di arricchimento e sviluppo della personalità di ogni componente, e di educazione dei figli”.

 

Solidità e altre caratteristiche del rapporto come fattore di sospensione

 
Quando la famiglia di fatto è solida, stabile non sussiste più il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento perché si interrompe ogni tipo di legame con l’esistenza precedente creandone una nuova

I giudici hanno stabilito anche che il concetto di stabilità che si riscontra quando c’è «un progetto e un modello di vita in comune», sopratutto se poi nella coppia subentrano i figli. La convivenza non è più un semplice accomodamento allorché i conviventi diventino genitori i cui “obblighi e diritti nei confronti dei figli sono assolutamente identici in ambito matrimoniale o fuori dal matrimonio”. La ricostruzione di una vita in tutte le sue forme ed espressioni quindi impone la decadenza dell’assegno di mantenimento.

Le conseguenze saranno considerevoli sul piano pensionistico perché fanno decadere tutte le regole della reversibilità.

CategorySentenze

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