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 risarcimento del danno da infortunio sul lavoro

 

Spesso purtroppo accadono degli incidenti sul luogo di lavoro a seguito di fatalità, ma anche a causa del mancato rispetto delle regole per le norme antinfortunistiche, che possono provocare anche l’insorgere di una malattia professionale.

 

Fatalità

 
Nel primo caso, relativo alla fatalità il risarcimento del danno da infortunio sul lavoro, al quale ha diritto il lavoratore, è soltanto quello dell’INAIL, cioè una somma determinata da alcune tabelle nel caso in cui ci fossero dei danni permanenti dal 6 al 16%, mentre per quelli superiori è prevista una rendita vitalizia.

 

Violazione normativa antinfortunistica

 
Nei casi in cui viene invece attestata una violazione della normativa antinfortunistica, quindi in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro, la responsabilità ricade sul datore di lavoro che quindi deve provvedere al risarcimento del danno da infortunio sul lavoro.

Questo si basa sulle ordinarie norme di responsabilità civile; il datore di lavoro dovrà risarcire quello che viene definito “danno differenziale”, che sarebbe la differenza tra quanto versato dall’INAIL a titolo di indennizzo, e quello che spetta al lavoratore con l’applicazione delle tabelle per il danno biologico.

Questa differenza che spetta al lavoratore e alla famiglia solitamente è una somma elevata.

 

Come si chiede il risarcimento

 
L’INAIL versa solo una parte del risarcimento del danno da infortunio sul lavoro, quindi il lavoratore che ha subito l’incidente dovrà fare richiesta al datore di lavoro per la somma totale che gli spetta, naturalmente una richiesta supportata dai requisiti di legge; se il datore di lavoro dovesse rifiutarsi può agire in ambito giudiziario.

Proprio per tutelarsi il lavoratore solitamente si fa affiancare e aiutare da un avvocato, che fornisce ogni dettaglio anche in merito alla portata e ai requisiti della richiesta risarcitoria.

Una buona assistenza è necessaria per affrontare la questione in sede giuridica, sia per quanto riguarda il danno non patrimoniale, il danno biologico, morale, esistenziale e il danno da perdita del rapporto parentale.

L’infortunio può avvenire per causa violenta (fattore esterno e improvviso), che per occasione di lavoro, in itinere, e può provocare un’inabilità temporanea o temporanea assoluta.

Il risarcimento del danno da infortunio sul lavoro che si può ottenere, riguarda sia il danno emergente (spese mediche, spese sostenute per riparare il danno ecc), che il lucro cessante (mancati guadagni a causa del lungo periodo di malattia).

Per chiedere l’indennizzo c’è tempo dai 3 ai 10 anni, e oltre alle prestazioni in denaro è possibile ottenere l’intervento di un’equipe multidisciplinare per il reinserimento sociale e lavorativo dei soggetti che hanno subito un danno a causa di un infortunio sul lavoro o malattia professionale.

 

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