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sanzioni per il lavoro nero

 

Sempre più spesso tv e giornali parlano di lavoro nero; ma di cosa si tratta veramente?

E come e quando si incorre in sanzioni per il lavoro nero?

Per lavoro nero si intende un rapporto di lavoro non regolare, cioè una prestazione di lavoro svolta in totale assenza di un contratto di lavoro o in presenza di contratto non regolarmente registrato.

Il lavoratore in nero non gode quindi di tutte quelle tutele previste dalla legislazione del lavoro, tanto meno di copertura previdenziale e assicurativa; d’altra parte il datore di lavoro che offre impieghi a nero non paga le imposte sui rapporti di lavoro.

In caso di lavoro nero quindi, da una parte il lavoratore non è tutelato, dall’altra il datore di lavoro compie una vera e propria evasione fiscale.

In seguito dell’approvazione del cosiddetto Jobs Act sono state modificate le sanzioni per il lavoro nero.

L’articolo 22 del provvedimento attuativo della Riforma del Lavoro afferma che la multa scatta in caso di «impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, con la sola esclusione del datore di lavoro domestico».

A partire dalla vecchia maxi sanzione sono state dunque introdotte delle sanzioni per il lavoro nero a scaglioni, valide per tutti quei datori di lavoro che impiegano operai, dipendenti e collaboratori senza un contratto di lavoro regolare.

Non esistono più infatti le sanzioni per il lavoro nero legate alla singola giornata lavorativa irregolare del dipendente in nero ma gli importi sono proporzionati alla durata della violazione commessa e cioè al periodo di tempo in cui il lavoratore ha lavorato in nero.

Ecco alcuni degli importi delle sanzioni per il lavoro nero:

  1. Lavoro nero fino a 30 giorni: sanzione da 1500 a 9000 euro;
  2. Da 31 a 60 giorni: sanzione da 3000 a 18.000 euro;
  3. Lavoro irregolare oltre 60 giorni: importo sanzione da 6000 a 36.000 euro.

I decreti del Jobs Act inoltre reintroducono la procedura di diffida che permette di regolarizzare la violazione accertata e avere così una riduzione degli importi sanzionatori sopra indicati e una maggiorazione del 20% delle sanzioni per il lavoro di nero di stranieri o di minori con obbligo scolastico.

 

Procedura di diffida e sanzioni per il lavoro nero ridotte

 
Affinché il soggetto di cui è accertata la violazione di lavoro in nero, possa procedere con la diffida per regolarizzare la violazione e avere diritto alla riduzione delle sanzioni per il lavoro nero è necessario che:

  1. il lavoratore lavori ancora presso il datore di lavoro al momento dell’accertamento della violazione;
  2. che il lavoratore stesso venga assunto con contratto di lavoro subordinato;
  3. che il lavoratore assunto debba rimanere in servizio presso lo stesso datore di lavoro per almeno 3 mesi.
  4. che si dia prova dell’avvenuta regolarizzazione e del pagamento entro 120 giorni dalla notifica dell’accertata violazione.

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