mobbing_come_difendersi

legge sul mobbing

 

Con il termine di mobbing sul lavoro si indicano tutta una serie di comportamenti materiali e psicologici che possono ledere la dignità del singolo lavoratore.

La parola mobbing ha origini inglesi e nasce per indicare il comportamento messo in atto da alcune specie di volatili nei confronti di un rivale estraneo al proprio nido e che viene accerchiato e respinto dal gruppo.

La stessa cosa accade per il mobbing sul posto di lavoro dopo il dipendente subisce una violenza morale e psicologica e viene isolato, deriso e aggredito.

Tali comportamenti aggressivi e vessatori possono avere conseguenze negative sia sull’attività di lavoro sia sulla vita privata del dipendente.

Il mobbing può essere operato da un datore di lavoro che reputa scomodo un dipendente e vuole esercitare sempre e comunque su di lui la sua autorità oppure dai colleghi stessi che possono fare del dipendente l’oggetto del proprio scherno, di ironie denigratorie e di pesanti atteggiamenti persecutori.

Si tratta di piccoli comportamenti, parole e gesti, come rimproveri e prese in giro, che singolarmente sono anche trascurabili ma che se diventano costanti e continuativi possono compromettere lo stato psicofisico della vittima di mobbing.

Il fenomeno del mobbing è purtroppo molto diffuso, tanto che in Svezia, per esempio, già dalla metà degli anni ’90 è stato oggetto di un’apposita legge sul mobbing che tutela il lavoratore da tali comportamenti aggressivi da parte di datori di lavoro e colleghi.

In Italia non abbiamo ancora una legge sul mobbing ma non per questo si deve essere portati a credere che il fenomeno sia poco diffuso.

Esso anzi diventa ancora più esteso e preoccupante se pensiamo che in molti nemmeno si rendono conto di essere vittime di comportamenti che ormai vengono accettati come normali sul posto di lavoro e che invece rientrano in azioni aggressive denunciabili come mobbing.

Altri, pur consapevoli dell’ingiustizia e della punibilità di certi comportamenti, decidono invece coscientemente di sopportarli in silenzio, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo in questi anni, pur di non perdere il proprio posto di lavoro.

 

Quali comportamenti sono riconducibili al mobbing?

 
Ma quali sono i comportamenti subiti sul posto di lavoro che possono essere denunciati come mobbing?

Tra le azioni vessatorie perseguibili come mobbing ci sono:

  • la diffamazione;
  • le molestie psicologiche;
  • le offese personali;
  • i maltrattamenti;
  • le minacce dirette o indirette;
  • le critiche immotivate;
  • il demansionamento non autorizzato dalla legge;
  • le discriminazioni sessuali, di lingua, di razza e di religione.

Se si è stati o si è vittima di almeno una di queste azioni vessatorie ci si deve rivolgere ad uno degli sportelli mobbing presenti nelle città italiane.

 

Esiste una legge sul mobbing?

 
Come abbiamo già detto in Italia non esiste una vera e propria legge sul mobbing per cui, in caso di accertati comportamenti ad esso riconducibili, si deve ricorrere ad altre figure di reato, come l’ingiuria, l’abuso di ufficio, la diffamazione.

In base ad esse è possibile procedere con la denuncia, la querela e tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione nei singoli casi e chiedere un risarcimento per i danni psico-fisici subiti.

È fondamentale in questi casi che la vittima raccolga il maggior numero possibile di prove a dimostrazione dei comportamenti subiti e dell’avvenuto mobbing nei suoi confronti.

Sono utili in questo caso eventuali testimoni dei comportamenti denigratori di volta in volta subiti, la trascrizione dettagliata di attività di demansionamento svolte nell’arco di un determinato periodo e le attestazioni sanitarie che rilevano le conseguenze psico-fisiche.

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