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donazione

 

Cos’è la donazione

 
La donazione è un atto con cui un soggetto dona beni o diritti, senza ricevere un corrispettivo, a un altro soggetto (detto donatario).

In pratica una persona ne arricchisce un’altra senza costrizioni, in piena libertà, andandole ad attribuire un diritto proprio del patrimonio.

Deve essere accertata quindi la volontà di arricchire l’altra persona (elemento soggettivo) e l’arricchimento altrui, a cui corrisponde l’impoverimento di chi dona (elemento oggettivo).

La donazione è un atto a titolo gratuito, il che riguarda solo l’assenza di un corrispettivo, infatti non tutti i contratti a titolo gratuito possono considerarsi tali; inoltre non implica necessariamente l’arricchimento dell’altra parte, un elemento essenziale del contratto.

 

Diverse tipologie

 
Il donante può imporre al donatario di effettuare una prestazione o anche subordinare la donazione al compimento di un atto; in questo caso può essere destinata al soddisfacimento di un’obbligazione a carico del donatario e quindi diciamo “vincolata”, perché al mancato rispetto di tale condizione non si verificherà il passaggio dei beni o dei diritti in capo al donatario; è anche possibile imporre al soggetto di riceve i diritti solamente in un certo momento nel futuro; oppure applicare un diritto di usufrutto, quindi non avverrà la donazione finché il soggetto donante sarà vivo.

 

Come si fa

 
Per redigere l’atto di donazione è necessario recarsi presso un notaio e con la sua assistenza capire, in relazione ai diritti degli eredi, incontro a quali ripercussioni le volontà possano andare; capita molto spesso che queste vadano a intaccare la “quota legittima” che spetta di diritto agli eredi, che quindi possono impugnare la donazione dopo la morte del donante.

Per porre in essere questo contratto è necessario che si presentino alcune condizioni: in primis chi dona deve essere giudicato in grado di intendere e di volere, cioè possedere tutti i diritti per disporre del proprio patrimonio.

Non è importante essere maggiorenni come invece lo è non includere nell’atto un corrispettivo per la donazione, altrimenti viene a cadere il concetto stesso della stessa.

Il donatario per mandare a buon fine tale operazione deve accettare ciò che gli si dona; deve quindi valutare la convenienza dell’accettare l’eredità o accettarla con il beneficio dell’inventario (nei casi ad esempio di beni derivanti da attività illecite).

 

Casi particolari

 
Dopo la donazione è possibile che si verifichino dei casi in cui per qualche ragione l’operazione non vada a buon fine:

  • Successiva rinuncia da parte del donatario;
  • Nascita di figli del donante entro un certo periodo di tempo;
  • Azioni specifiche del donatario (ingratitudine oppure eventuali ingiurie nei confronti della donante);
  • Se questa non è effettuata tramite un atto pubblico.

Nel caso in cui vengano donati dei beni mobili è necessario che venga specificato il nome e il valore (a meno che non sia così modico da non rendere necessario indicarlo).

 

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